Saturday 11 December 2010

“Se ti droghi ti capisco, perché il mondo ti fa schifo; se non lo fai ti ammiro, perché sei in grado di combatterlo.” di Cristina


Una società deviata, una società malata, una società che non crede più nei valori, quelli autentici, quelli da elogiare perché puri e genuini. E’ forse questo il motivo vero da attribuire all’immensa e continua diffusione di droghe di qualsiasi genere?
Ogni mese in commercio compaiono quattro tipi di droghe nuove, ciò conferma che la frequenza di acquisto è salita e continua a salire costantemente.
Eppure nel nostro Paese sono molte le leggi che puniscono, anche con diversi anni di carcere, gli spacciatori, coloro che stanno dietro a questo grande commercio mondiale dell’ “oro bianco”, ciò nonostante è proprio l’Italia a essere al primo posto per la produzione e la diffusione della cannabis e al quarto posto per la cocaina, è proprio qui ha incontrato sempre di più le mode giovanili e la cultura del divertimento.
Oggi la droga si propone come uno dei tanti prodotti di consumo di massa e anche essa si è “globalizzata”, non a caso infatti il 72% dei giovani afferma di aver, almeno una vota, fatto uso di un tipo qualunque di droga. Tutti però siamo a conoscenza dei danni, certe volte irreparabili, che possono causare i diversi tipo di stupefacenti. Prime fra tutti l’ansia, la confusione, l’asma sono le conseguenze riscontrate in un soggetto che ha fatto uso di droghe, soprattutto se già si è predisposti naturalmente. Ma anche l’agitazione, la perdita di memoria legata anche a un senso di smarrimento caratterizzano i ragazzi che vedono in queste sostanze una soluzione ai loro problemi. I ragazzi fanno uso di droghe, sapendo che fanno male, sapendo che potrebbero essere incisive nella loro vita, sapendo che potrebbero essere puniti, eppure lo fanno, consapevolmente! Come ci ha detto il dott. Faillace “Voi non siete abituati a provare e a sopportare il dolore”. Noi infatti tentiamo ogni strada per trovare vie d'uscita, vie di fuga, vie di salvezza… Vogliamo evadere da tutto un mondo che ci va troppo stretto, che ci rinchiude, ci imprigiona, ci soffoca. La nostra è una necessità non una scelta. O almeno così sembra.
Non ci rendiamo neppure conto che agendo così non facciamo altro che procurare un ulteriore danno alla nostra situazione, possiamo solo danneggiarci e aggravare quel nostro senso di disagio, quella nostra insoddisfazione, quel nostro “male di vivere”. Era il 5 marzo 2009 quando un giovane castellammarese fu ritrovato in uno stato di agonia davanti l’uscio del pronto soccorso a seguito di segnalazione del personale sanitario. Il ragazzo era stato abbandonato dal gruppo di “amici” con cui si trovava, terrorizzati sicuramente da un possibile controllo, lo lasciarono davanti l’entrata del pronto soccorso sperando che qualcuno arrivasse in tempo per salvarlo.
Ma il tempo giocò contro la vita di quel ragazzo che dopo qualche ora morì di overdose da eroina.
Dopo qualche mese un altro ragazzo, facente parte del suo stesso gruppo, morì anche lui di overdose da eroina lasciando un vuoto nella sua vita ma soprattutto in quella dei suoi familiari.
Allora perché non proviamo ad accettare la realtà piuttosto che a ripararci in inutili illusioni?

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